mercoledì 21 gennaio 2015

Psicogenealogia e segreti di famiglia 2




In psicogenealogia, il lavoro con il genosociogramma - albero genealogico commentato con date e storie di almeno tre generazioni -  ci permette di scrivere e raccontare la storia della famiglia, vedere le incongruenze che possono nascondere un segreto, le date o i nomi uguali che mostrano le ripetizioni nella storia familiare, spesso indici della presenza di lutti non elaborati, di bambini di sostituzione, di traumi non raccontati, ecc. Tutti questi elementi che emergono dalla rappresentazione grafica del genosociogramma, consentono di emettere delle ipotesi su cosa possa essere accaduto, quale fatto indicibile diventato poi innominabile, può avere reso "prigionieri" i discendenti.

Le neuroscienze ci spiegano che la parte anteriore del cervello è divisa in un emisfero sinistro, sede del pensiero digitale, analitico, logico e un emisfero destro che gestisce il pensiero intuitivo, analogico, emozionale. Quando i due emisferi lavorano insieme, come ci insegnano le pratiche zen (Eugen Herrigel, lo Zen e l'arte del tiro con l'arco, Adelphi editore), c'è evoluzione, crescita, miglioramento.
Dunque, dopo aver fatto l'analisi della storia genealogica, lavoro di tipo logico-razionale, e avere scoperto da dove viene il trauma non elaborato, il compito non concluso, il lutto non risolto, che "pesa" sul presente della famiglia, è necessario fare degli atti simbolici che ci permettono di comunicare con l'inconscio attraverso simboli, metafore, analogie, specializzazione della parte creativa, emotiva e intuitiva del nostro cervello.

Le Costellazioni Familiari sono un ottimo strumento per lavorare con l'enorme riserva di possibilità e creatività che scaturisce dall'inconscio collettivo e familiare: la "messa in scena" delle dinamiche familiari favorisce l'emergenza di emozioni, di ricordi e di esperienze vissute dai nostri antenati.
Gli straordinari fenomeni che si evidenziano durante le sedute di costellazioni familiari, persone che recitano il ruolo di un personaggio che non conoscono e lo recitano perfettamente come se fossero a conoscenza di un copione segreto, possono essere spiegati oltre che vissuti.
Questo permette ai due emisferi del cervello di lavorare insieme e di produrre un reale cambiamento.
"Le Costellazioni familiari sono costituite da una "messa in scena", riprodotta da "rappresentanti", che in modo intuitivo ricreano le inter-dipendenze esistenti tra i membri di una famiglia o di un gruppo, permettendo in tal modo di evidenziare le dinamiche inconsce che, nel suo modello, produrrebbero sofferenza in molti aspetti della vita (relazioni affettive, professionali, rapporto con il denaro e con la salute) " Farida Benet, Liens Familiaux, fardeau ou flambeau?

Dopo aver sperimentato la Psicogenealogia di Anne Ancelin e le Costellazioni Familiari di Hellinger ho concepito il metodo delle Costellazioni Psicogenealogiche per aumentare le potenzialità di questi due approcci: si disegna il genosociogramma per comprendere dove sono cominciate le difficoltà e i nodi transgenerazionali che sono in rapporto con le sofferenze e le difficoltà attuali e poi si "mette in scena" la famiglia partendo dalle generazioni dove supponiamo siano accaduti i problemi non risolti che hanno provocato le ripetizioni.

 Ho verificato che spesso le difficoltà trasmesse vengono dalle generazioni di nonni e bisnonni: mettere in scena la famiglia dai primi protagonisti degli eventi che si riproducono nel presente, in modo da poter comprendere e vivere emozionalmente ciò che è accaduto nel passato, permette di formulare delle ipotesi su quello che l’inconscio familiare ci segnala per poi elaborare degli atti simbolici che possano aiutare la persona, e con lei tutta la famiglia, a superare il problema.

 Considero che gli atti simbolici debbano essere dei riti riparatori ma alla portata di tutti, una sorta di “compiti a casa” che servono anche ad aiutare la persona a lavorare da sola con i propri ritmi. 
Gli atti simbolici possono essere vari e dettati dalla creatività del'individuo: scrivere una lettera a un’antenata esclusa, fare delle ricerche genealogiche per scoprire i traumi e i segreti, disegnare dei mandala per ricordare e onorare un avo, ecc. L'importante è che questi atti siano veramente alla portata di tutti: se si propongono atti spropositati, teatrali, eclettici, molti non potranno farli e in questo modo si creano delle resistenze che allontanano, invece che avvicinare, le soluzioni.
Maura Saita Ravizza
  
Maura Saita autrice del libro Jung, Psicogenealogia e Costellazioni Familiari, editore Psiche2, Torino. In uscita presso la casa editrice Mursia di Milano, "Psicogenealogia e segreti di famiglia. Progetto senso e Resilienza"

Torino via Gropello

Per informazioni: maura.saita@libero.it

3409345394


BIBLIOGRAFIA 
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Anne Ancelin Schutzenberger, Esercizi pratici di psicogenealogia, Di Renzo editore, 2012

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A. Carotenuto, Jung e la cultura del XX secolo, Bompiani, 2000

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Bert Hellinger, L'Evoluzione delle Costellazioni Familiari, Tecniche Nuove Edizioni, 2011

Bert Hellinger, Marie Sophie Hellingher, Conoscere le costellazioni familiari, Tecniche Nuove Edizioni, 2010

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C.G.Jung, L'uomo e i suoi simboli, Mondadori, 1984

C.G.Jung, Tipi psicologici, Boringhieri, 1969

C.G.Jung, La saggezza orientale (antologia), Bollati Boringhieri 1983

C.G.Jung, Il mistero del fiore d'oro o Il segreto del fiore d'oro, Boringhieri, 1981

C.G.Jung, La sincronicità, Bollati Boringhieri
C.G. Jung,
Il Libro Rosso - Liber Novus, Bollati Boringhieri, 2010
D.
Langlois, L. Langlois, Psicogenealogia, Apogeo, 2007

M. N. Maston-Lerat, Psicogenealogia, relazione con il denaro e successo, Edizioni Quintessence, 2009

W. Nelles, Costellazioni familiari, Urra, 2006

B. Picazo, Psichogénéalogie(psicogenealogia) pour en finir avec l'emprise du stress, Chiron, 2008

C. Potschka-Lang, M. Engel, Constellations systemiques, Costellazioni 
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M. Saita, Jung Psicogenealogia e Costellazioni familiari, Psiche2 torino, 2011, 2a edizione giugno 2013
TAG: psicogenealogia, costellazioni familiari, Anne Ancelin Schutzenberger, Bert Hellinger, Jung, albero genealogico, costellazioni psicogenealogiche.





Psicogenealogia e segreti di famiglia






La psicogenealogia è un'analisi transgenerazionale (su più generazioni) della storia familiare il cui fine è dare un senso alle ripetizioni di scenari di vita, incidenti, sofferenze che subiscono i discendenti per poter “andare oltre” e vivere liberamente la propria vita.
È un approccio psicanalitico (importanza dei meccanismi inconsci), sistemico (facciamo tutti parte di un sistema -la famiglia- che ci ha determinato ma che noi a nostra volta possiamo determinare), contestuale (importanza del contesto storico e sociale) e transgenerazionale (analisi di almeno tre generazioni per emettere delle ipotesi sulla ragione delle ripetizioni nella storia familiare), sintetizzato da Anne Ancelin Schutzenberger negli anni '80.
Il nome “psicogenealogia” però non è stato inventato da Anne Ancelin ma da Alejandro Jodorowsky nell’ambito della “psicomagia”, un approccio surrealista, teatrale, estremo. 
Non entro nel merito delle differenze tra i due metodi che riguardano soprattutto i modi di affrontare le difficoltà derivanti dalla storia familiare: nel mio libro "Jung, Psicogenealogia e Costellazioni familiari", Psiche 2 Torino, spiego in dettaglio cosa intendo per psicogenealogia e come sia possibile scoprire e superare i traumi non risolti, le morti atroci o quelle precoci nascoste, e tutto quello che la famiglia su più generazioni non è riuscita a concludere tramandando il “compito non terminato” alle generazioni seguenti.


Riassumendo la psicogenealogia è:
•Una teoria sulla trasmissione transgenerazionale dei traumi e delle problematiche familiari
•Un metodo per conoscere le proprie radici e se stessi.
•Una tecnica per scoprire da dove vengono certe difficoltà che si ripetono nella famiglia.
•L'analisi applicata alla genealogia: capire le problematiche e i nodi psichici dei nostri antenati ci aiuta a comprendere meglio che non ci sono "colpe" ma che ognuno ha fatto quello che ha potuto, con quello che a sua volta ha ricevuto, per riuscire a non soccombere agli eventi.
•Un approccio che permette una presa di coscienza delle dinamiche generazionali e delle ripetizioni di scenario per essere più liberi nelle nostre scelte di vita perché, come dice Carl Rogers, la persona ha i problemi ma ha anche le soluzioni.

Com’è possibile che un segreto gelosamente nascosto da generazioni risorga come un fantasma nell’esistenza di un discendente modificandone la vita fino a quando, grazie a degli atti simbolici, la persona non se ne libera?
Come comprendere le ripetizioni di scenari di vita e di date anniversario che si trasmettono di generazione in generazione come "una patata bollente che passa di mano in mano bruciando le mani di tutte le generazioni"? Anne Ancelin Schützemberger, Conferenza Avignone, 2011.
Come si spiega che, senza saperlo, facciamo le stesse cose che hanno fatto i nostri antenati? E che delle volte passiamo in posti che non conosciamo, ma dove abbiamo l'impressione di essere già stati?

La teoria che postula l’esistenza di un inconscio collettivo potrebbe spiegare questi fenomeni: Carl Gustav Jung ha parlato di un inconscio familiare e collettivo, dove sono contenuti anche i ricordi delle esperienze e delle emozioni dei nostri antenati. Freud, prima di lui, aveva scritto dell'esistenza di un'anima collettiva nel libro "Totem e Tabù" per spiegare come il ricordo della colpa dei figli che uccisero e mangiarono (sic) il padre, abbia costruito la nostra psiche e la civiltà nel suo insieme.
 Nicolas Abraham e Maria Torök psicanalisti "classici" freudiani, si sono resi conto che le persone durante le sedute di psicanalisi non esprimevano solo contenuti derivanti dal proprio inconscio personale, ma che emergevano anche rappresentazioni più antiche “ereditate” dagli antenati: hanno parlato di cripte, vere e proprie tombe nella psiche, dove sono custoditi, come dei fantasmi, i segreti di famiglia.
Come racconta Jung: "Mentre lavoravo al mio albero genealogico, ho capito la strana comunità di destino che mi collega ai miei avi. Ho fortemente il sentimento di essere sotto l'influenza di cose o di problemi che furono lasciati incompiuti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni e dai miei antenati. Mi sembra che spesso ci sia in una famiglia un karma impersonale che si trasmette dai genitori ai figli. Ho sempre pensato che anch’io dovevo rispondere a delle domande che il destino aveva già posto ai miei antenati e alle quali non si era riuscito a trovare nessuna risposta, o anche che dovevo risolvere o semplicemente continuare a occuparmi di problemi che le epoche anteriori lasciarono in sospeso. La psicoterapia non ha ancora tenuto abbastanza conto di questa circostanza." C.G.Jung, Ma vie.
 Ma come emanciparsi da tutti questi "fardelli" che sono stati trasmessi dagli antenati, per potere essere liberi di vivere la nostra vita?
Attribuire un nome a quello che è accaduto, farlo uscire dalla palude dei non-detti e dei segreti che avvelenano la comunicazione familiare, è un modo per impedire che tutto ciò abbia ancora del potere su di noi. Ma bisogna prima di tutto scoprire l'evento che è stato nascosto per paura o vergogna e che, ripetendosi di generazione in generazione, ci condiziona ancora.